Archimede una vita geniale
Giacomo è un bambino curioso e intelligente, ha un cespuglio di capelli sulla testa e una strana fobia: la geometria è il suo peggior nemico, o almeno così crede. In compenso ama le storie, in particolare quelle dell’antica Grecia e dei suoi eroi. Vive a Siracusa, la stessa città di Archimede, ma non immagina che un giorno potrà diventare suo amico: già, perché, di tanto in tanto, il grande scienziato dell’antichità interrompe il suo silenzio di secoli per narrare a un bambino “in cerca di ispirazione” la storia della sua vita e delle sue invenzioni. In un pomeriggio di fine estate, dunque, la statua del genio dimenticata in un quartiere di periferia si anima magicamente davanti a Giacomo; e il principio delle leve, la sfera, il p greco, la coclea smettono così di essere concetti astratti e nozioni da imparare ma prendono vita attraverso i suoi racconti di viaggi, battaglie e disvelamenti, di una Siracusa ormai scomparsa ma che mantiene intatto il proprio fascino. Uno sguardo al quotidiano e uno all’infinito, uno ai numeri e uno alle stelle, questo è il messaggio che Archimede affida a Giacomo, insieme a tanti altri che scoprirà lui stesso… per gridare a sua volta “Eureka”!
Giacomo rimase letteralmente di sasso.
Sì, era proprio lui a parlare, il vecchio! “Chi sei?” balbettò, fa – cendo un balzo all’indietro.
“Le domande dovrei farle io, se non altro per la mia veneranda età” rise lui. “Io sono Giacomo, ho dieci anni”.
“Io sono Archimede. Archimede di Siracusa” rispose. “E i miei anni sono molti di più.”